Il Volontariato

Il Volontariato è una rete di importanza fondamentale che arriva estesamente o capillarmente, dove non arriva lo Stato, e si articola in una gamma di specificità che vanno dai servizi di assistenza ai disabili, all'assistenza medica, all'erogazione di mezzi di sopravvivenza (cibo e vestiti) e via via fino a coloro che vanno a spalare il fango dopo le alluvioni o aiutano i terremotati.  

Aiutare chi aiuta

Percorso di Formazione a supporto dei gruppi di Volontariato

Anche i volontari hanno bisogno di supporto: nel loro impegno, nella loro motivazione, nella loro relazione tra loro e con l'utenza. Il nostro compito, nei nostri percorsi di formazione, è spostare l'attenzione dall'agire individuale al gruppo, facilitare una coesione di gruppo basata sull'ascolto di sé e dell'altro e sulla comunicazione, e far emergere questa consapevolezza negli stessi volontari che ritrovano in loro il valore delle relazioni e l'importanza del loro agire 

Formazione ai gruppi di aiuto


Group Lab opera secondo due modalità:

>  Gestione di Gruppi: opzione prioritaria per gestire una realtà già esistente, in via o in ipotesi di formazione. 

> Colloqui individuali: opzione integrativa per esplorarsi, verificare scelte, individuare ostacoli e obiettivi, approcciare una decisione.

"Non conta la meta, conta il cammino" (proverbio zen)

Gestione gruppi: modalità di intervento


>  Si tratta di un intervento di sostegno pensato espressamente per il benessere dei volontari e articolato tramite gruppi di ascolto e condivisione condotti da due facilitatori.

 >  E' un percorso di apprendimento dedicato a chi aiuta, a chi ha attenzione ai bisogni altrui nella consapevolezza che anche chi aiuta ha bisogno di aiuto.

> E' un cammino che viene fatto insieme, partecipanti e facilitatori, creando relazione, offrendo sostegno e supporto alla elaborazione collettiva.

> Il tutto dentro a un "contenitore" che è il cerchio formato dal gruppo stesso dove sarà possibile sperimentare, esprimersi e quindi  apprendere attraverso l'esperienza.

"La montagna più alta resta pur sempre dentro di noi" (W. Bonatti)

Obiettivi di formazione: creare una strada

Aiutare chi aiuta significa mettere al centro dell'attenzione attese, bisogni e motivazioni dei volontari che diventano protagonisti di un percorso 

> Obiettivo Generale: Offrire ai volontari un'esperienza a loro esclusivamente dedicata, in cui creare una relazione di gruppo che permetta, in un ambito di fiducia e di condivisione, di dare spazio all'ascolto di sé e degli altri.

 > Obiettivi Specifici:
* Star bene nel gruppo e con gli altri: ascolto, relazione, empatia.
* Approfondire temi specifici cari al mondo del volontariato e sempre attuali per le persone che ne fanno parte.
* Offrire uno spazio in cui possano nascere nuove consapevolezze e necessità.
* Facilitare la funzione di aiuto all'utenza.

Il metodo di lavoro


> Il metodo è attivo-esperienziale e coinvolge tutte le dimensioni dell'individuo e dei gruppi: le funzioni di pensiero, di immaginazione, gli stati emotivi e la fisiologia del corpo.

> I facilitatori si inseriranno, sia come conduttori sia come partecipanti, avendo anche ampie esperienze personali di volontariato, col compito di far emergere le risorse e le capacità del gruppo finalizzate al raggiungimento degli obiettivi.

> I facilitatori hanno il compito di fissare le regole del gruppo, gestire i tempi, con una conduzione che verifichi man mano attese e stimoli dei partecipanti. 

"Io non posso aiutare nessuno, posso aiutare le persone ad aiutarsi" (C. Rogers)

Come gestiamo gli interventi formativi

L'atteggiamento di chi facilita il gruppo è orientato al coinvolgimento delle persone e alla condivisione delle esperienze. 

L'intervento si attua:

> Esercitando l'ascolto in tutte le sue possibilità.
> Rimuovendo giudizi e pre-giudizi.
> Valorizzando le differenze lasciando venire a galla atteggiamenti e consapevolezza.
> Lasciando spazio al proprio sentire.
> Gestendo contrasti e conflitti e attivando la negoziazione.
> Creando insieme una cultura comune che alimenti la relazione.
> Facendo emergere potenzialità e risorse per rimuovere ostacoli e conseguire obiettivi.
> Sollecitando il cambiamento.
> Credendo nel sano dubbio che valuta criticamente le certezze assolute.

Progettualità dell'intervento


Il nostro intervento verrà personalizzato:


gli obiettivi e i temi specifici vanno infatti definiti in base alla realtà dello specifico gruppo di aiuto, alla sua attività e al progetto evolutivo che lo muove.


"Le certezze non sono la conclusione di un'esperienza. Un'esperienza si chiude quando in mano restano i dubbi e le domande che spingono a cercare più avanti" (C.G. Jung)